Il gioco delle nuvole by Pietro Calabrese

Il gioco delle nuvole by Pietro Calabrese

autore:Pietro Calabrese [Calabrese, Pietro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-02-14T23:00:00+00:00


«Pensiero unico» per due

Prima la faremo finita in questo Paese con il concetto di «politicamente corretto» meglio sarà per tutti. Lo dico così, brutalmente e tutto d’un fiato, perché è parecchio che lo penso ma so che non è «politicamente corretto» scriverlo. Ad andare contro il politically correct si fa sempre brutta figura. E non è una questione di destra o di sinistra, ma una sensazione omogenea, un piattume uniforme, un concetto granitico, una forma molto pesante di pensiero unico che dice soltanto: toccatemi tutto, ma il politicamente corretto no, quello lasciatelo stare. Solo che il politicamente corretto fa danni difficilmente quantificabili. Intanto dobbiamo stabilire esattamente che cosa intendiamo quando parliamo di politicamente corretto. Si tratta di comportamenti dettati non da una logica o dall’educazione o dall’esempio che ci hanno dato i nostri avi o i nostri maestri. Ci sono casi, sempre più numerosi, in cui si è stabilito che bisogna comportarsi in quel modo e solo in quel modo. E chi lo ha stabilito? Un gruppo di «altri» che ha deciso che in questo o in quel caso per essere politicamente corretti bisogna comportarsi in questo modo e solo così. Che chi non lo fa si mette fuori dal contesto di normalità comportamentale, inaccettabile per il gruppo (di potere o di riferimento) di cui ha fatto parte con soddisfazione fino a quel momento.

Il berlusconismo e l’antiberlusconismo sono esempi quanto mai concreti. Per una parte consistente di questo Paese Berlusconi è una disgrazia, lo è stato fin dall’inizio e lo sarà fino a quando non andrà via. Giusto? Sbagliato? Non è questo che conta. Per questo gruppo di persone Berlusconi e i suoi accoliti sono il peggio del peggio, e qualunque cosa dicano o facciano non possono che essere condannati. Anche quando dicono (magari qualche volta sarà capitato) una cosa saggia? Assolutamente sì, è politicamente corretto combatterli, aggredirli, cercare di abbatterli.

Lo stesso dicasi per comunismo e anticomunismo. Esiste in Italia un gruppo consistente (più consistente ancora dell’antiberlusconismo) di persone che vedono nei nemici di Berlusconi solo individui facinorosi, bugiardi, scaltri, prevenuti e antidemocratici, perché attraverso altri mezzi (giustizia, scandali, procure) vogliono togliere a Berlusconi il potere che lui ha democraticamente conquistato con il consenso del voto popolare. Provate a dire a queste persone che anche a sinistra esiste il giusto e il bello, la logica e la ragione, provateci: vi faranno (metaforicamente) a pezzi. Insomma i due gruppi ormai da molti anni devono frenarsi dal fare a pezzi l’avversario. E tutto questo, come è fin troppo facile dimostrare, in nome del politicamente corretto, questa sorta di Santo Graal laico che ognuno brandisce come una clava.

L’ultimo esempio? Il minuto di silenzio chiesto dal ministro Gelmini nelle scuole italiane in memoria dei sei parà massacrati a Kabul. È un gesto politicamente corretto? Io credo di sì. Ma non tutti la pensano così. Anzi, alcuni presidi che si sono rifiutati di fare osservare il minuto di silenzio nelle loro scuole, hanno giustificato questa decisione affermando (testuale) che «non era politicamente corretta». Che vergogna, che tristezza.



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